Vertigine del Niente

Esperire la Paura, fottuta vertigine del

Niente,

che ti arma contro te stesso, e tutto ciò che ami.

Ti contorce il volto a forma di buio, il corpo a forma di disperazione,
ghigno feroce della barbarie in cui ti precipita,

di chi la sa più lunga della notte.
Pensarsi più audaci delle proprie inquietudini,

non ammettersi,

è insolente delirio di onnipotenza, villanìa di un animo ignorante.

La paura, consuma.

Lentamente,

corrode.

In un istante che vale l’eterno, si prende tutto di te.
Così, semplicemente, continui a cadere.
E scopri che il baratro lo portavi

dentro.

Il riverbero del tuo volto nell’abisso, il modo in cui ti guardi,
è l’unica verità cui non puoi sfuggire.

Smetti di sentire, di vedere. Sei il fantasma di te stesso.

Lì, su quella soglia,

vita e morte si equivalgono.

La vita è un’impostura. Ti suggerisce libertà, poi decide lei per te.

Una simile violenza non si dialoga, si subisce.

Come il dolore.

Qualcosa si spezza. E non hai più tempo per trovare una ragione.

Il declivio, e la caduta.

Lì, su quella soglia, in

picchiata

verso

il

nulla.

In copertina: In-forme di vita, pastelli su carta, 24 x 33

9 pensieri su “Vertigine del Niente

  1. Alessandro Gianesini

    Molto bella!
    La paura, però, è anche quella che ti fa sopravvivere ed evitare i pericoli, se non si trasfoma in terrore che ti impedisce di muoverti. Presto (non so quando) da endorsum troverai una serie di miei racconti sulle emozioni e quello della paura è forse uno dei più riusciti! 🙂

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    1. Certo, è a quella paura che genera paralisi che mi riferisco 😉 Li leggerò volentieri, ho un legame con questo sentimento, anche nelle sue forme “positive”: penso alla tensione sincera che certi film o libri generano in me, che lungi dall’essere provazione dei sentimenti è adrenalina allo stato puro.

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