Esperire la Paura, fottuta vertigine del
Niente,
che ti arma contro te stesso, e tutto ciò che ami.
Ti contorce il volto a forma di buio, il corpo a forma di disperazione,
ghigno feroce della barbarie in cui ti precipita,
di chi la sa più lunga della notte.
Pensarsi più audaci delle proprie inquietudini,
non ammettersi,
è insolente delirio di onnipotenza, villanìa di un animo ignorante.
La paura, consuma.
Lentamente,
corrode.
In un istante che vale l’eterno, si prende tutto di te.
Così, semplicemente, continui a cadere.
E scopri che il baratro lo portavi
dentro.
Il riverbero del tuo volto nell’abisso, il modo in cui ti guardi,
è l’unica verità cui non puoi sfuggire.
Smetti di sentire, di vedere. Sei il fantasma di te stesso.
Lì, su quella soglia,
vita e morte si equivalgono.
La vita è un’impostura. Ti suggerisce libertà, poi decide lei per te.
Una simile violenza non si dialoga, si subisce.
Come il dolore.
Qualcosa si spezza. E non hai più tempo per trovare una ragione.
Il declivio, e la caduta.
Lì, su quella soglia, in
picchiata
verso
il
nulla.
In copertina: In-forme di vita, pastelli su carta, 24 x 33