Se hai bisogno di cercarlo, significa che l’hai già perduto.
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Si resta bambini solo per riconquistare il maltolto.
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Non avremo perduto tutto finché non avremo smesso d’immaginarlo.
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Città. Frale,
malsicuro ostello dei paria,
diseredati, Sradicati,
per destino, per scelta.
Smaniose di ‘Esserci’, mille e più Voci s’affollano. Non una che si oda davvero.
Qui, a mia Voce eleggo
il Silenzio. Vessato, invilito, sopraffatto,
Oggi, da bercianti rimbrotti, Domani sarà il grido che schianterà
il vostro cuore.
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La bontà cieca è
stupidità.
In un cuore che si lascia attraversare, la gentilezza a prescindere, a proprio discapito,
quella gentilezza, dico, che il beneficato non ha gli strumenti per leggere,
vedere o, vieppiù, della quale si prende gioco,
è un grido di umanità violata rotto dal dolore.
Perniciosa per l’animo di chi la concede, inutile per chi (non) la riceve.
Il valore di un gesto, di una parola, nella polifonia del dialogo, esiste solo se è compreso.
Altrimenti, resta un monologo vacuo.
Altrimenti, quel valore esiste solo per chi lo muove.
Ed è nella solitudine che va cullato, protetto, per non smarrirsi,
non essere contaminato dalla cecità o dalla malagrazia altrui,
per non avvilirsi a tal segno da non volersi,
da non cercarsi più.
Abbiate cura di voi, durante il cammino.
Voltatevi indietro per ringraziare coloro dai quali vi siete lasciati ferire e poi
strappate la pagina
leccatela
sputatele addosso e
lasciatela andare.
In copertina: foto di Carmine Fotografie