Note a margine, appunti sparsi, riflessioni nate da conversazioni silenti con le pagine di saggi e testi teatrali. Fermando il pensiero su concetti che mi appartengono, provo a trasformare in parola ciò che il mio corpo d’attrice esperisce nella pratica quotidiana.
Lettera di una Parola che non conclude
Voglio essere per te buio, lama, rifugio e pertugio e ridare dignità al buco, rivendicare la bellezza dell’infimo poro per questo suo gettarsi sconsiderato e coraggioso sulle cose e ubriacarsi, e risucchiarle, non temere di lasciarsi attraversare. Per te voglio essere tempesta e cura, cacatoio dei tuoi scompensi e ripensamenti, delle tue ruminazioni, bettola di…
Monologo di un uomo che conta
Come dici, caro? Stai ancora cercando di capire come “vivere a tuo agio in questo mondo”? Potevi dirlo subito, potevi chiedere. Te lo dico io, te lo dico. Non c’è molto da capire. Con quello che sei e con quello che fai, non puoi certo limitarti a fare quello che sai fare come farebbe, che…
Il rito
Il primo suono che emettiamo è un rantolo. In principio siamo delicati, staccarsi dal cordone ombelicale è doloroso. Ogni inizio è doloroso. Per tutti. C’è, nel fatto di nascere, una tale assenza di necessità. Se fossero stati ragionevoli, ci avrebbero avvisati. Se fossero stati ragionevoli, ci avrebbero chiesto il permesso. E noi avremmo potuto consentire…
A Trovatura
Per chi, instancabilmente, cerca. Per chi crede ai fantasmi, alle vocazioni. E per chi, semplicemente, si lascia travolgere dal suono e danza su quel confine. Ancora e sempre, in disequilibrio. Così si favella Quel mattino, entrai nel bosco. Se tornai, non so dirlo. Ma ecco quel che vi trovai. Un giorno, questa Terra sarà libera.…
I cocci
(Cielo, nuvole, esterno giorno) Troppo cielo! Troppo, troppo, troppo! In tutto questo troppo cielo io ci annaspo ci soffoco ci affondo mi confondo mi sperdo! (guarda convulsamente in ogni direzione, senza riuscire a muoversi) Dov’è la freccia? Da che parte si va? Da dove comincio? Quasi quasi mi affaccio giù, inciampo, faccio finta di cadere…
Sul Guardare. Parte Seconda
Leggi Parte Prima Far vedere, come? L’attore è l’essere umano più disponibile all’errore. Di più, è l’essere umano che ha fatto dell’errore la propria arte e più di tutti ha compreso il valore del fallimento. Ci si abitua a perdere, quando si fa questo mestiere, e a riconciliarsi con la sconfitta. Sbagliare è il solo…
Sul Guardare. Parte Prima
Esistono parole che hanno il privilegio di custodire l’essenza del loro significato. “Teatro”, deriva dal verbo greco ϑεάομαι «guardare». Recitare è, essenzialmente, agire (“attore”, dal verbo latino “agere”, è propriamente “colui che agisce”). La prima, peculiare azione dell’attore è “guardare”. Ciò che guarda, un attore dev’essere in grado di farlo vedere. Si torna all’essenza delle…
Lo stile è una storia
Cos’è il “modo” per un attore? Il “modo” è l’essenza stessa dell’arte dell’attore. Più l’azione in scena è semplice, “di transizione”, quotidiana, meglio lo spettatore potrà osservare il “modo” di quell’azione e capire se ha di fronte un buon attore o un ciarlatano. Un gesto come “uccidere” desta attenzione in sè per sè, per il…