C’è più coraggio in un’anima che sa comprendere e accettare il proprio buio, piuttosto che forzarlo ad essere luce.
Ora che so di essere, passerò tutta la vita a pensarci.
Non si è mai liberi se ci si vincola a diventare qualcuno, o qualcosa. Qualunque cosa si aggiunga al semplice essere, lo complica, lo compromette, lo ostacola.
Noi siamo, solo nella misura in cui ci divincoliamo dalle cose, ne prendiamo le distanze.
Esistere significa negare. Io so di esistere solo quando nego. “…non appena affermo, divento intercambiabile e mi comporto da oggetto” (E. Cioran). Noi neghiamo soprattutto noi stessi, le nostre verità, nel momento in cui ci concediamo liberamente al dubbio. Il dubbio ristagna. Però è prolifico.
noi diveniamo ciò che tocchiamo… e si muta …è l’inquietante dinamicità dei nostri atomi ribelli
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E la meraviglia è che “toccarsi” si può anche in questo modo, impalpabile eppure reale. La tua Parola mi tocca, ed io mi trasformo 🙂
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che meraviglia… Morgana…la tua sensibilità all’ “invisibile” mi spiega il tuo rapporto con l’arte…
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Crf = d⋅π
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Crf = 2πr
(è più elegante 😉 )
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oh, certo, ma l’idea della diagonale mi piace un sacco 😀
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La fascinazione del puro Segno è tale che me la godo.
Ma la curiosità mi consuma: posso chiederti di decodificare il simbolo in parola, come e se ti garba? 🙂
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si configura un cerchio chiuso, descritto dal suo bordo
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Essenza nell’esistenza, forse?
Così magari si trova la quadratura del cerchio di cui parlava la mia socia! 😉
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Le parole si fanno geometriche per risarcirci del caos dell’esistenza. Solo sulla Pagina esiste una parvenza di “soluzione”: anche quando folleggia, la Parola è coerente, diversamente dalla vita.
La vita, affanno per una ricerca inesausta e inesauribile che ci tiene sospesi. Ma di questa sospensione, che consente l’agio di dimorare nell’Impossibile, c’è di che essere grati 🙂
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Le parole sono coerenti solo se chi le scrive e chi le legge sono sulla stessa lunghezza d’onda, o se sono banalmente basse da essere comprese da chiunque.
I poeti, quelli veri, sono compresi solo da chi raggiunge le loro vette: per gli altri sono solo bei suoni.
I narratori, quelli veri, nascondono dietro le storie altre storie: per gli altri un libro ne contiene solo una.
La vita è in mezzo, tra il lettore e colui che la scrive le parole: nessuno dei due può acchiapparla per più di un istante, perché sfugge anche agli scrittori più capaci e ai lettori più attenti.
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